sabato 27 luglio 2013

Punta Parrot 4436

La cresta della Parrot prima della cima nella traversata da ovest ad est, cioè dal col del Lys al colle Sesia.
La salita effettuata il giorno 27 luglio 2013

Abbiamo deciso di fare la traversata della Parrot per godere completamente del percorso di cresta, per provare il brivido in vista di eventuali altre creste più ingaggiose.
Per questa ragione siamo saliti per la via sulla carta più difficile, dal col del Lys, e siamo scesi per la via sulla carta più facile, verso il colle Sesia; questo perchè salire è più fcile che scendere.
Nel video il tratto di cresta che precede la vetta.
Per chi non ha esperienza di creste questa, per quanto non difficile, anzi forse facile, è comunque emozionante.
Per chi volesse un consiglio posso dire che:
  • se vi interessa solo salire la Parrot e arrivare in cima fate la via dal colle sesia: dovo aver raggiunto la cresta in un attimo siete in cima
  • se volete fare la traversata risparmiando energie fate la via dal colle sesia, che dopo siete sempre in discesa, altrimenti vi tocca risalire. - in entrambi i casi si perde quota, ma risalire prima è meglio che risalire dopo
  • la traversata non aggiunge niente alla salita, anzi è solo fatica aggiunta.A meno che non vogliate continuare per la punta Gnifetti.

Scollinando dalla parete alla cresta dopo il tratto più ripido.


Carlo in discesa nel tratto più ripido

Io prima di scendere il tratto più ripido


Immagine Tratta da Wikipedia

Risorse a disposizione in rete:
Meteo Svizzero
Siccome la montagna si presenta come una lunga ed affilata cresta disposta in direzione ovest-est è possibile salirla partendo da ovest dal Colle del Lys oppure da est dal Colle Sesia 4.299 m, colle che la separa dalla vicina Punta Gnifetti. 

Dal Col del Lys si piega a destra nella conca che porta al colle delle Piode.
Si sale a sinistra il ripido pendio e si raggiunge la cresta. 
Si segue la cresta stretta fino alla cima. 
Circa 1 ora.
Difficoltà PD+.  


Punta Parrot vista dal col del lys -  Immagine da Wikipedia



Dal Colle Sesia: a 100 m da questo si obliqua a destra salendo per un tratto ripido lasciando sulla sinistra un affioramento roccioso, fino a guadagnare la cresta nord-est. Lungo la cresta, piuttosto stretta ed esposta, si giunge in vetta.  
1 ora e ½ .
Difficoltà PD-.
Dal sito

Primo tentativo del 5 luglio
Ieri ho tentato la Parrot da Punta Indren 3260 arrivo della funivia.
Sono scoppiato al colle del Lys 4248. In verità sino ai 3900 sono salito tranquillo, dopo ho pagato la mancanza di allenamento in quota. Dopo i 4000 mi ha preso un senso di spossatezza che si è aggravato fino al punto di convincermi a scendere.
E anche la discesa, che di solito anche quando arrivi stanco in cima poi tutto sommato scorre, è stata un incubo. Spianato dalla quota.

mercoledì 24 luglio 2013

Punta Udine mt 3020 Cresta Est

Per l'ennesima volta su questa montagna e su questa via.
Purtroppo sordi tuoni all'orizzonte ci hanno fatto correre, così, più che una bella gita alpinistica nel cuore di una montagna, è stata una corsa ad uscire alla veloce.
Arrivati al termine dell'ottava lunghezza, visto il maltempo incombente,  ho valutato l'opzione via di fuga per la traversata degli angeli: purtroppo mi ricordavo solo che esisteva la possibilità, ma non come la via di fuga si articolava. Per fortuna non l'ho fatto, perchè parlandocon il gestore del rifugio mi ha detto che trattasi di percorso pochissimo frequentato, non tracciato o intracciabile e  quindi da utlizzarsi solo in casi di vera necessità.

Per fortuna il temporale ci ha raggiunti in cima: addio all'agognato panino al salame e giù di corsa mitragliati dalla grandine.
La via non ha nulla di moderno se non gli spit e le soste, cosa che non toglie nulla al suo sapore. Volendo essere alla moda - Trad -  la si potrebbe proteggere tutta, ma va al gusto di chi la sale.
Non è giudicabile in termini di continuità o discontinuità.
La via è un viaggio nella montagna, valutato Abbastanza Difficile +.
Ci sono passi di arrampicata di quello che un tempo si chiamava 4+
Se si vuole "arrampicare" si vadano a fare altre vie.
Con mio figlio Giuliano

 Relazione sul sito del rifugio Giacoletti

sabato 20 luglio 2013

Punta Udine 3022 Via Raffi Rattazzini

Relazione su Gulliver
Relazione sul sito del rifugio Giacoletti
Secondo me la relazione su Gulliver è molto più realistica per quello che riguarda le difficoltà di quella che si trova sul sito del rifugio.
Quest'ultima più utile per le indicazioni relative alle possibilità di fuga in caso di maltempo.
I primi 4 tiri della via, il terzo e il quarto sono tranquillissimamente concatenabili perchè il quarto è molto corto, sono spittati in modo che l'obbligatorio non superi mai il 5a.
Altro discorso quando la via si congiunge con la via Tempi moderni Di Michelin, dove gli spit si rarefanno un poco.
Qui sotto la foto del passo duro del primo tiro:


Adrenalinica l'uscita del breve traverso del secondo tiro, forse il passo più emozionanate di tutta la via.
Da capire la partenza del terzo tiro, per il resto il diedro è un muro su piedistalli e ronchie.
Con Gianfranco e Carlo

martedì 16 luglio 2013

Dom de Neige (4015)

La quota non è tutto.
Chissà perchè i 4015 del Dom mi incutevano meno soggezione degli oltre 4500 della punta Gnifetti.
Poi, leggendo le relazioni in rete pare che anche la cumpa del muretto possa arrivare in cima senza problemi. Vatti a fidare.
Certo, tutto è relativo, però il Dom rimane un bel culo, cioè una salita faticosa.
Sarà che quando sei sceso te la sei dimenticata, ma mentre la fai la senti.
Quando si legge 3.30 dal rifugio, che prima devi scendere dal rifugio al ghiacciaio -100 mt circa - e poi risalire di circa 900 mt, si legge di un tempo che ti fermi solo a prendere fiato.
La Barre des Écrins al centro; a destra innvevato il Dôme de neige des Écrins e a sinistra la Barre Noire visti dal Glacier Blanc.


Dom de Neige 4015 mt
Relazione Dome de Neige 
Relazione in francese



venerdì 12 luglio 2013

Vallone di Sea: via "Sorgente primaverile"


Descrizione itinerario:
1° tiro:6a+ muretto,tettino,poi diedro e uscita a destra
2° tiro:V traverso a destra su cengia,muretto,poi diedro
3° tiro:V traversino a sinistra su blocchi instabili,poi direttamente per diedro
4° tiro:V dulfer su placca appoggiata,poi lama,strapiombino e terrazza
5° tiro:III+ facile diedrino,poi muro su roccia articolata
 Se vogliamo dire di aver fatto un 6a+ ok, c'è scritto sulla relazione e allora lo abbiamo fatto. Se vogliamo attenerci al dato, 6a è più che sufficiente; ma il passo è fisiologico: se sei alto arrivi a prendere una bella maniglia con la destra che ti permette di uscire facilmente puntando in aderenza il piede sinistro sul diedrino, e poi a seguire 5c max fino alla sosta.
Il passo chiave della via a metà del primo tiro, poi tutto scorre in una scalata divertente sui gradi segnalati.
Ma il vero "intrigo" di questa vietta è la mancanza di spit, ovvero il fatto di dover piazzare la protezioni.
Una scalata Trad.
Salendo questa via ho definitivamente capito che a me del trad non importa proprio nulla.
Per amare il trad bisogna amare il bricolage, bisogna amare il fai da te.
Come in casa hai una poderosa scatola degli attrezzi dotata di tutti cacciaviti pinze tenaglie chiavi etc etc, utili a sistemare ogni piccolo incidente domestico, così all'imbrago hai mille ammenicoli buoni per tutte le fessure.

La via in verità ha in due punti topici, diciamo prima dei passi più difficili o imbarazzanti, dei bei chiodi. Sul primo tiro un paio di frend incastrati e un paio di chiodi aiutano.
Domandina ai puristi: perchè non avete tolto pure i chiodi?

Io preferisco una via spittata bene, anche lunga sull'obbligatorio, dove posso trovare il mio ingaggio, piuttosto che un viaggio su un grado sicuro, dove ogni due metri max piazzo una o due protezioni - perchè i frend tengono si, ma chissà se quello che ho messo io tiene?

Discesa:
Soste attrezzate a spit con catena e maillon di calata.
Si scende con 3 doppie sulla via "occhio di Sauron" appena a destra destra.
La prima fino alla grossa cengia della S.4,poi si arriva alla S.2 e da qui a terra.
Utili corde da 60 m.
Dal sito Pane e Pera



lunedì 8 luglio 2013

Punta Udine 3020 Normale dal canale del Porco

Punta Udine è una montagna nel gruppo del Monviso.
E' alta 3020 mt, e la sua cima è raggiungibile per diverse vie.
L'ultima via che abbiamo percorso noi è la cosidetta normale, la via più facile e diretta per raggiungere la sua cima.
Punta Udine sovrasta il rifugio Giacoletti, che è la base dalla quale normalmente si parte per scalare le vie di roccia che salgono la parete.
Partendo dal rifugio, la normale si insinua nel coulour del Porco, lo risale sfruttando un sistema di facili cenge e impegnando per brevi tratti difficoltà alpinistiche sul grado II.
Oggi la risalita del couloir è facilitata e resa sicura - se percorsa con preparazione e attrezzatura adeguata - da una ferrata che lo percorre interamente.
Terminato il coulour si giunge ad un colletto che separa la punta Udine dalla punta Venezia: guardando in basso a destra si va sulla Udine, a sinistra sulla Venezia.

Il coulour delporco: in rosso la parte "pedalabile" in blu la parte ferrata; in verde la salita alla vetta dal colle. Nel  cerchio il rifugio Giacoletti
Il coulour del Porco - in rosso il tratto iniziale, in blu il tratto attrezzato - inizia circa a quota 2400 mt.
In estate normalmente è sgombro dalla neve e si presenta come un sentiero si ripido, ma non particolarmente impegantivo.
Noi lo abbiamo trovato innevato e abbiamo iniziato la nostra salita con picca e ramponi alla sua base.

I primi 200 metri salgono con una pendenza di max 30° , poi le pendenze si riducono e agevolmente si arriva al rifugio Giacoletti.

 Dal Rifugio il canalone di impenna: qui sotto Gustavo nella strettoia con pendenza sui 35°


 Poi il gioco si fa duro: e i duri cominciano a giocare: verso il culmine il coulour raggiunge una pendenza di circa 45°


Oggi alla base della cornice terminale una comoda cengia permetteva pose  di esultanza.

Gioiosa esultanza
Indolente baldanza





Acheronte