Relazione su Gulliver
Come sempre molto utile la relazione del sito Gambeinspalla
Interessante e descrittivo il sito Le Alpi Marittime e Liguri
Info Rifugio Garelli
Salita
Leggendo le relazioni pare che il pericolo oggettivo più grande della salita siano le pietre.
Io non so quale sia la predispozione d'animo solita di chi si appresta a questo genere di salite, per me ad oggi è angoscia mista a terrore che trascolora da un "ma chi me lo ha fatto fare" ad un sempre più pressante "ma quando siamo fuori".
Certo l'inesperienza gioca un pessimo scherzo.
Per me questo genere di salite è diviso in due: la prima fase è una sorta di limbo in cui salgo quasi senza speranza di arrivare de nessuna parte, testa bassa mutismo e rassegnazione; la seconda fase, quando si inzia a vedere l'uscita è un purgatorio, un cammino di espiazione verso una meta che vedo sempre più prossima.
Di per se la salita del canalone è quasi un banale esercizio di step estremo: se fai le cose come si deve, picca picca, passo passo all'infinito, e le condizioni della neve sono buone, dal pendio non ti scolla nessuno.
Però sulla tua testa aleggia quel "attenzione alle scariche di pietre", misto a racconti del terrore del rifugista.
Quando sei nel canalone capita che senti pietre, una o più, scendere dalle pareti che lo contornano.
Il rumore non è rassicurante, però, tenuto conto che lo percorri più o meno al centro, le pietre che cadono rimbalzando sulle pareti finiscono di solito sulla neve che essendo un poco molla le accoglie e sprofondano.
Le pietre pericolose sono quelle già cadute che scivolano sul pendio nevoso scaldato dal sole: queste non fanno rumore. Te le vedi passare accanto con una notevolissima non chalance. Perchè poi per evitarle in un canalone a 45 gradi non è che ti muovi con la velocità del fulmine
Comunque oggi è andata bene, quella che mi è passata accanto doveva essersi appena staccata perchè andava ancora piano ed era grossa come un piatto.
Discesa
La discesa dal canalone dei Torinesi anche li non è come ridere. Cioè, se uno fa goulotte sul Bianco fischiettando la marsigliese, si tuffa dalla partenza, fa un triplo carpiato cade spalle a monte e se la corre fino a sotto lo troverà banale.
Io ho preferito percorrere i primi metri faccia a monte, per poi continuare con occhio vigile e picche pronte per un bel pezzo fino a che l'inclinazione molla un poco e si può tranquillamente scendere camminando ben piantando i talloni.
Il canalone dei Torinesi è il primo che si incontra scendendo dalla cima. Quello che dalla cima si vede sullo sfondo è il canalone dei Savonesi, altra possibil elinea di discesa.
Ps
Da sotto il canalone mette una certa qual inquietudine.
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