Si tratta senza alcun dubbio di uno degli itinerari di alta montagna
più classici ed apprezzati delle Alpi e permette di salire in cima al
Monte Bianco lungo il pilastro di roccia posto alla quota più elevata di
tutto il gruppo; infatti, per altimetria ed esposizione, la cuspide
sommitale del Pilone Centrale, detta “Chandelle” è, all’alba, la prima
roccia del Monte Bianco ad essere illuminata dal sole. L’impegno
complessivo, fisico e mentale, richiesto per scalarlo e le vicende
storiche ad esso legate ne fanno una salita leggendaria ed
intramontabile.
ACCESSO
Dalla località di Freney in Val Veny (1450 m) salire al rif. Monzino (2561 m, 2.00 ore) e quindi ai bivacchi Eccles lungo il ghiacciaio di Brouillard (3850 m, ulteriori 5-6 ore).Dai bivacchi si traversa a sinistra fino alla base di un canalone di neve e ghiaccio che va salito fino al Colle Eccles (4021 m) dove si trova il primo dei due ancoraggi che permettono l’accesso al ghiacciaio superiore di Freney (due doppie da 60 metri più un breve tratto a piedi in discesa). Raggiunto il ghiacciaio si consiglia di attraversarlo, rimanendo in quota, restando sotto la crepaccia terminale in modo tale da evitare le profonde e numerose rigole poste sopra la terminale. Si raggiungono le rocce più basse del Pilone, più o meno al suo centro (resti di corde fisse) a circa 4000 m di quota.
L’attraversamento del ghiacciaio superiore di Freney fino alla base del Pilone Centrale è probabilmente la parte più pericolosa dell’intera ascensione per il rischio di caduta pietre. Per limitare questo pericolo è molto consigliabile raggiungere il ghiacciaio superiore prima che il Pilone si illumini.
Dai bivacchi all'attacco sono necessarie 2-4 ore a seconda delle condizioni, della conoscenza del luogo e del modo di procedere.
ITINERARIO
Dal punto più basso del pilone (corde fisse parzialmente rotte, attacco poco evidente) si sale sulla verticale di una depressione-diedro con strapiombi. Superato il diedro si sale verso destra una lama e un diedro e si arriva ad un terrazzo (4b). Ancora verso destra salire una fessura per 35-40 metri (5a-5b) pervenendo a cenge innevate. Continuare prima leggermente a sinistra e poi verso destra per un totale di tre lunghezze. Questa prima parte presenta pochi passaggi davvero obbligati e sono possibili varianti sia verso destra che verso sinistra.Da questo punto il Pilone diventa più ripido. Si sale verso destra per 40 m (vecchia corda sfilacciata in posto) con bellissima arrampicata su scanalature e placche (5a). Si supera un impegnativo diedro quasi sul filo dello spigolo (5b) chiuso da uno strapiombo (5b e A0 o A1) e per fessura-camino spesso ghiacciata (4b) si esce sul filo del Pilone. Superato sulla destra un canalino nevoso, si sale per due lunghezze un’evidente linea di fessure (4c). A destra di un camino con ghiaccio si sale lungo scanalature (5a) e un diedro spesso ghiacciato e per questo ostico (5b-5c). Per un pendio nevoso e un placchetta a volte ghiacciata (4a) si giunge sotto alla Chandelle. Buon posto da bivacco per tre persone.
La Chandelle: dislivello 120 metri. Salire 15 m sopra un pilastro staccato (5b, A0, bivacco possibile, ma molto aereo). Verso sinistra seguire fessure in piena placca fin sotto strapiombi (20 m, 5b, A1). Attraversare a destra (ch. poco sicuri; presenza di una corda sfilacciata) e da una piccola nicchia si continua a traversare oltre il filo dello spigolo fino a un diedro strapiombante chiuso in alto da un tetto fessurato (20 m, A1, 5b). Salire nel diedro per 20 m, uscendo dal tetto a sinistra fino a un terrazzino (A2 e 5b, molto faticoso). Una paretina fessurata (10 m, 5a, friend incastrato) porta a una stretta cengia che si attraversa per 30-35 m verso sinistra (meglio spezzare in due tiri). Proseguire ancora leggermente verso sinistra del Pilone e salire un diedrino e una placca (20 m, 4c) e superare ancora una placca a sinistra (30 m, massimo 5b). Salendo ora verso destra su placche (1 passaggio di 5a, delicato) e poi verso sinistra per rocce più facili e rotte (4a) si arriva in cima al Pilone Centrale (4530 m). In cima al Pilone c’è pochissimo spazio e bisogna fare attenzione a non perdere materiale necessario per la restante parte su neve e ghiaccio. Ore 8- 10 solo per il pilone.
Dalla cima del Pilone scendere in doppia alla brèche sottostante (posto da bivacco scomodo e ambiente particolarmente tetro) e con tre lunghezze di misto non banali (inizialmente presenza di corda fissa) raggiungere la cresta del Brouillard (4675 m).
Seguendo la cresta del Brouillard si aggira il Monte Bianco di Courmayeur (4765 m) e si arriva in vetta al Monte Bianco. Calcolare 3 ore dalla cima del Pilone alla Vetta del Bianco.
DISCESA
Lungo la normale francese che passa per il bivacco Vallot (4362m) ed il rifugio Gouter (3817m).MATERIALE
Due mezze corde da 60 metri, 8-10 rinvii (e alcuni moschettoni sciolti per il tiro chiave), cordini-fettucce, protezioni veloci (una serie di dadi, una serie di friends misure da 0.5 a 3 BD), martello e qualche chiodo (non indispensabili, ma è prudente averli), sacco da bivacco o sacco piuma, giacca impermeabile, pila frontale, una staffa, una piccozza, ramponi, fornellino leggero. La via è poco attrezzata fino alla Chandelle, mentre quest'ultima è interamente chiodata;NOTE
Difficoltà: 5b-5c obbligatorio e tratti di A1/A2 o 7a+ (difficoltà complessive ED). L’impegno della salita del Pilone Centrale non è tanto dovuto alle difficoltà tecniche su roccia, ma va individuato nella complessità fisica, tecnica e psicologica globale. Mediamente servono 8-10 ore solo per il Pilone e con condizioni buone della parete;Tattica: E’ possibile partire direttamente dal rifugio Monzino ed andare a bivaccare alla base della Chandelle, circa 6-7 tiri sotto la cima del Pilone (buoni posti da bivacco appena sotto la Chandelle), oppure effettuare una tappa aggiuntiva ai bivacchi Eccles ed il giorno dopo salire il Pilone e bivaccare fuori dalle difficoltà (perfetto sarebbe raggiungere almeno il bivacco Vallot). La prima soluzione è più sbrigativa (e permette di evitare i bivacchi Eccles, spesso sovraffollati), ma appare fisicamente ben più impegnativa.
Risulta probabilmente molto più comodo arrampicare da subito in scarpette e tenere gli scarponi in spalla, a meno di rocce verglassate (la neve, solitamente, è facilmente aggirabile su buona roccia, con le giuste condizioni di innevamento). Valutare bene le condizioni della parte passa del Pilone, più appoggiata e per questo maggiormente favorevole a mantenere la neve. Il gentilissimo gestore del rifugio Monzino, Armando Chanoine, saprà certamente fornire informazioni utili. La cordata a tre è perfetta a patto che i due secondi salgano contemporaneamente (il primo con zaino leggero ed i due secondi con i pesi maggiori).
Prestare attenzione alle previsioni meteo e calcolare almeno 2-3 giorni di tempo stabile dal momento in cui si parte dal Rifugio Monzino;
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